
VITAMINA D
*Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.Per vitamina D si intende in modo generico un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine. Le due più importanti forme nelle quali la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall’attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.
La fonte principale di vitamina D per l’organismo umano è l’esposizione al sole. La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo.
L’assorbimento della vitamina D segue gli analoghi processi cui le altre vitamine liposolubili sono sottoposte. Essa, infatti, viene inglobata nelle micelle formate dall’incontro dei lipidi idrolizzati con la bile, entra nell’epitelio intestinale dove viene incorporata nei chilomicroni i quali entrano nella circolazione linfatica. In vari tessuti il colecalciferolo subisce una reazione di idrossilazione con formazione di 25-idrossicolecalciferolo [25(OH)D] il quale passa nella circolazione generale e si lega ad una proteina trasportatrice specifica (proteina legante la vitamina D, DBP). Arrivato nel rene, il 25 (OH)D può subire due diverse reazioni di idrossilazione, catalizzate da differenti enzimi (la 1α-idrossilasi e la 24-idrossilasi), che danno origine, rispettivamente, all’1,25-diidrossicolecalciferolo [1,25(OH)D] (calcitriolo, la componente attiva), ed al 24,25-diidrossicolecalciferolo [24,25(OH)D] (una forma inattiva).
Oltre ad essere assorbita dagli alimenti, la vitamina D viene prodotta a livello della cute. Mediante questo meccanismo viene prodotta esclusivamente vitamina D3 (colecalciferolo) e non D2 (ergocalciferolo), di produzione esclusivamente vegetale ed assumibile dall’uomo, invece, solo per via alimentare. I raggi ultravioletti favoriscono la conversione del 7-deidrocolesterolo che può dare origine al colecalciferolo ma anche a due prodotti inattivi: il lumisterolo ed il tachisterolo. La quantità di D3 e D2 prodotti dipende dalle radiazioni ultraviolette (sono più efficaci quelle comprese tra 290 e 315 nm), dalla superficie cutanea esposta, dal suo spessore e pigmentazione e dalla durata della permanenza alla luce. Nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l’accumulo, così che la si possa avere a disposizione anche durante il periodo invernale.
La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso.
Tuttavia, alle nostre latitudini, soprattutto nel periodo autunno-inverno-primavera, gran parte della popolazione, e soprattutto la popolazione anziana a maggiore rischio di fratturarsi, presenta valori insufficienti di vitamina D per una scarsa esposizione a raggi solari efficaci e per una ridotta capacità a formare vitamina D. Anche condizioni di eccesso ponderale sono associate a ridotti livelli di vitamina D perché essa rimane “intrappolata” nel tessuto adiposo e non è più disponibile per i processi fisiologici dell’organismo.
La vitamina D, una volta attivata nell’organismo, è indispensabile per aumentare del 30–80% l’assorbimento intestinale attivo del calcio il quale, in seguito, diviene disponibile per i molteplici processi fisiologici e per la mineralizzazione dello scheletro.
Valori costantemente bassi di vitamina D portano ad una compromissione della mineralizzazione dello scheletro e ad una condizione detta osteomalacia che contribuisce alla fragilità ossea ed al dolore osseo.
La vitamina D attiva è anche fondamentale per il mantenimento di una buona performance muscolare. Sicuramente valori molto bassi di vitamina D sono associati ad una compromissione muscolare importante che predispone a cadere più frequentemente e quindi, ad avere maggiori probabilità di fratturarsi.
Nella sua forma attivata, la vitamina agisce in realtà come un ormone che regola vari organi e sistemi e ha un’azione modulante nei confronti dell’infiammazione e del sistema immunitario.
Inoltre, da studi di laboratorio su cellule, la Vitamina D riduce la formazione di nuovi vasi (angiogenesi).
Una carenza di Vitamina D è stata associata a diversi tipi di malattie, dal diabete all’infarto, dall’Alzheimer all’asma o alla sclerosi multipla.
Diversi studi epidemiologici hanno messo in evidenza che pazienti con livelli sierici elevati di vitamina D avevano un basso rischio di sviluppare DMLE, mentre i soggetti con i livelli sierici più bassi di vitamina D presentavano una più alta prevalenza della forma neovascolare di DMLE.
Si è supposto, pertanto, che la vitamina D, in virtù della sua capacità di inibire l’infiammazione e l’angiogenesi potesse giocare un ruolo nella DMLE.
Considerato l’importante ruolo protettivo giocato dalla vitamina D, è logico supporre che una sua supplementazione dietetica possa contribuire a prevenire o ritardare lo sviluppo di diverse e gravi patologie oculari, come la DMLE