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POLIDATINA

*Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

La polidatina, conosciuta anche come piceide, è un composto appartenente alla famiglia dei polifenoli che viene estratto principalmente dalle radici del Polygonum Cuspidatum, pianta originaria dell’Asia orientale attualmente diffusa in Nord America e in Europa. Questa molecola rappresenta la forma glicosilata (coniugata al glucosio) del più noto resveratrolo e ne costituisce la versione più abbondante in natura. In particolare, la polidatina appartiene alla classe degli stilbeni e come per il resveratrolo ne esiste un isomero cis- ed un trans- con attività biologica superiore.

Il resveratrolo è divenuto noto per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive nei confronti del sistema cardiocircolatorio associate al consumo del vino, in particolare quello rosso. Purtroppo, per ottenere l’effetto terapeutico sperato sarebbe necessario assumere quantità di vino ben oltre l’alcolismo. Per ovviare a ciò e beneficiare delle proprietà di questa molecola naturale esistono oggi in commercio moltissimi integratori alimentari contenenti resveratrolo.

Nonostante ciò l’applicazione clinica del resveratrolo risulta essere ancora limitata a causa della sua bassa biodisponibilità e al rapido metabolismo che ne limitano le quantità circolanti nel sangue e quindi anche la possibilità di raggiungere i tessuti target.

Anche la polidatina possiede spiccate proprietà terapeutiche incluse quelle antinfiammatorie e antiossidanti, scientificamente provate. L’azione antinfiammatoria della polidatina si esplica attraverso diversi meccanismi. Inoltre, la polidatina svolge un’importante azione antiossidante promuovendo l’attività della superossido dismutasi (SOD) e attivando il pathway delle sirtuine, proteggendo la cellula dalla disfunzione mitocondriale e agendo come scavenger dei radicali liberi. Grazie alla sua conformazione molecolare, la polidatina risulta avere un’azione antiossidante maggiore rispetto a quella del resveratrolo. Il gruppo idrossilico inoltre può localizzarsi nei pressi della regione lipidica della membrana cellulare, nelle vicinanze dei doppi legami degli acidi grassi polinsaturi, rendendo la polidatina particolarmente adatta alla prevenzione della perossidazione lipidica, tipico danno ossidativo.

La maggiore efficacia della polidatina rispetto al resveratrolo risiede nella sua struttura chimica; il gruppo glicosidico in posizione C-3 contrariamente al gruppo idrossile presente nel resveratrolo, cambia le proprietà intrinseche della molecola rendendola solubile in acqua, più resistente ad attacchi enzimatici e ne migliora significativamente l’assorbimento e la biodisponibilità sistemica grazie ad un meccanismo di trasporto attivo che sfrutta i trasportatori del glucosio permettendogli una più facile penetrazione della cellula.

L’attività biologica della polidatina è strettamente legata al suo assorbimento, distribuzione e metabolismo.

L’assorbimento di alcuni composti fenolici risulta migliore se coniugati al glucosio, sembrerebbe essere proprio il caso di questa molecola. Lo studio delle modalità di assorbimento ha messo in evidenza due principali meccanismi di trasporto: uno per diffusione passiva, e uno attivo attraverso la proteina di membrana SGLT1 (trasportatore per il glucosio sodio dipendente) presente sulle cellule di stomaco e intestino. La polidatina quindi a differenza del resveratrolo è in grado di utilizzare un meccanismo di trasporto attivo a maggiore efficienza.

Inoltre, la polidatina, una volta entrata nell’organismo, subisce una reazione di deglicosilazione portando così alla formazione di resveratrolo, i benefici terapeutici di questi due composti derivano quindi dall’attività della stessa molecola.

Il resveratrolo può svolgere un ruolo importante nel prevenire la progressione della DMLE. Si tratta di una sostanza naturalmente prodotta dalle piante in risposta a fattori stressanti (attacco di funghi e batteri, mancanza d’acqua, ecc.) e che è contenuto nel vino rosso (di cui rappresenta il principale polifenolo), acini d’uva, frutti oleosi (come le noci), mirtilli e more.

Al resveratrolo vengono riconosciute diverse attività tra cui quella antiossidante, antinfiammatoria e, a livello vascolare, antitrombotica ed antiangiogenica. Per tali motivi il resveratrolo è stato utilizzato in diversi ambiti clinici non oftalmologici: per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, come potenziale agente chemioterapico, nella malattia di Alzheimer, nel Parkinson e nel diabete di tipo 2.

In ambito prettamente oculistico, i benefici del resveratrolo, soprattutto nelle patologie della retina, sono stati attentamente valutati in numerosi studi, che hanno dimostrato in vitro ed in vivo l’azione antinfiammatoria, gli effetti dose-dipendenti, l’effetto antiangiogenico.