Messa a fuoco notturna

Può capitare all’imbrunire o di notte, di scorgere lungo una strada o nel bosco, con la coda dell’occhio un animale in movimento, ma per quanto velocemente poi si giri la testa, si individui la direzione e si cerchi di osservare questo animale in movimento, non si riesce a metterlo correttamente a fuoco. Questo accade perché a quella particolare ora il nostro occhio è predisposto più per una visione poco dettagliata (ma comunque sostenibile grazie ai bastoncelli, fotorecettori che si concentrano nella zona periferica della retina, che intervengono nella visione notturna), piuttosto che una visione di dettaglio (attraverso i coni, fotorecettori localizzati nella parte centrale della retina, deputati alla percezione dei colori e alla visione distinta), ma che necessiterebbe una luminosità ben superiore, ovvero pari a 100 lux.

La visione notturna è conferita da un pigmento chiamato rodopsina presente, appunto, nei bastoncelli. Tale proteina è inattivata dalla luce, ma si riforma in condizioni di oscurità. Infatti, quando si passa direttamente da una condizione di forte luce a una di buio è necessario aspettare un po’ (qualche secondo) prima di riuscire a vedere, proprio in attesa che si riformi la rodopsina precedentemente inattivata dalle condizioni di luminosità.