
Melatonina, l’ormone notturno a protezione della retina.
La melatonina è un ormone secreto dalla epifisi o “ghiandola pineale” (così chiamata perché richiama la forma di una piccola pigna) situata nel cervello, e svolge un ruolo essenziale nel proteggere i tessuti retinici dallo stress ossidativo.
La produzione di melatonina è minima nei primi mesi di vita, aumenta nell’età giovanile, per poi diminuire progressivamente nell’età adulta e raggiungere il livello minimo di produzione in età anziana.
La melatonina viene sempre sintetizzata in assenza di luce: infatti con il sopraggiungere dell’oscurità, la retina invia un segnale nervoso all’epifisi per stimolare il rilascio dell’ormone nell’organismo, che infatti viene “notificato” dal sistema nervoso che è giunto il momento di andare a dormire e di “ricaricare le batterie”.
La concentrazione di melatonina nel sangue aumenta rapidamente e raggiunge il picco massimo di produzione tra le 2.00 e le 4.00 di notte per poi ridursi gradualmente all’approssimarsi del mattino.
Come accennato, l’esposizione alla luce (soprattutto la lunghezza d’onda blu tra 460 e 480 nm) inibisce la produzione della melatonina, poiché la retina smette di inviare input nervosi alla ghiandola pineale durante le ore di luce solare.
La melatonina non solo contribuisce a regolare il ciclo sonno-veglia, ma protegge la retina dallo stress ossidativo (recenti studi infatti hanno confermato che questo ormone viene sintetizzato anche a livello oculare).
La melatonina svolge un’azione protettiva sulle cellule retiniche, in quanto regola il cosiddetto disc-shedding, un processo di rinnovamento di migliaia di fotorecettori. Infatti le parti esterne dei recettori, le rodopsine, chiamate “dischetti”, vengono regolarmente consumate durante il giorno a causa dell’esposizione degli occhi ai raggi solari. Quando la retina è a riposo, i dischetti usurati dei fotorecettori subiscono un ciclico processo di smaltimento e rigenerazione.
Quando però i livelli di produzione della melatonina diminuiscono fisiologicamente con l’avanzare dell’età, provocando un’alterazione del ritmo circadiano, si verifica uno scompenso nell’attivazione dei suddetti meccanismi di difesa del tessuto retinico, esponendolo all’azione lesiva dei radicali liberi (sostanze ossidanti), che a lungo andare possono contribuire all’insorgenza della degenerazione maculare senile.
Per supplire alla riduzione della melatonina correlata all’avanzamento dell’età e proteggere l’occhio dalle patologie della retina, è razionale il ricorso alla integrazione “esterna” della melatonina, beneficiando così delle sue proprietà antiossidanti, in grado di eliminare i radicali liberi ed inibire significativamente il danno cellulare provocato alla retina.
Ti è piaciuto l’articolo del nostro blog? Ecco tutti i contenuti correlati: